sabato 29 dicembre 2012

dall’incontro con lui non si potrà uscire indenni

Cristo e la spada

"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: sono venuto a portare non pace, ma spada!" (Matteo 10,34)



Con una simile frase, come fa san Paolo a definire Cristo «nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro della separazione che li divideva» (Efesini 2,14)? Subito dopo quelle parole, Gesù continuava con la stessa durezza affermando di «essere venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera» (Matteo 10,35). Ma non è lo stesso Gesù che, al discepolo pronto a colpire con una spada un servo del sommo sacerdote nel Getsemani, dirà senza esitazione: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada periranno» (26,51-52)?

È, perciò, evidente che la dichiarazione posta all’interno del cosiddetto “Discorso missionario” di Gesù, il secondo dei cinque grandi discorsi incastonati nel Vangelo di Matteo, sia da interpretare in chiave metaforica e non letterale. Quest’ultima, tra l’altro, risulterebbe in palese contrasto con il messaggio costante di Cristo che invitava il suo discepolo persino a porgere l’altra guancia a chi lo schiaffeggiava (5,39). Nella stessa linea sarà da interpretare l’episodio riferito da Luca durante l’ultima cena quando, a sorpresa, Gesù inviterà i suoi discepoli a vendere il mantello per comperare una spada. Egli intendeva in questo modo metterli in tensione: l’impero delle tenebre stava per celebrare il suo trionfo, non si poteva rimanere inerti, era necessario ingaggiare una lotta con il Male. Che l’equivoco fosse, però, in agguato appariva già in quella sera. Subito si erano fatti avanti dei discepoli a dirgli: «Signore, ecco qui due spade!». Infatti, come è attestato dallo storico giudaico filoromano Giuseppe Flavio, contemporaneo di san Paolo, era concesso di girare armati per difesa personale in alcuni territori della Palestina e anche in occasione della festa di Pasqua a causa della folla che si accalcava a Gerusalemme (così nella sua opera Antichità Giudaiche XIV,4,2; XVIII,9,2). Gesù, però, di fronte a quella risposta aveva reagito con un amaro e sconsolato: «Basta!» (Luca 22,35-38).

Qual è, allora, il significato vero dell’evocazione della spada sulle labbra di Cristo? La risposta è semplice: la scelta per il Vangelo è costosa in termini di impegno nella vita. La definizione che il vecchio Simeone, stringendo tra le braccia il neonato Gesù, gli aveva assegnato era illuminante: «Egli sarà un segno di contraddizione» (Luca 2,34). La sua presenza nel mondo non sarà neutra e incolore, la sua parola sarà come «una spada a doppio taglio che penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito » (Ebrei 4,12), dall’incontro con lui non si potrà uscire indenni, la sua proposta morale sarà molto esigente e scardinerà tanti interessi privati.

Sono molti i passi evangelici che ribadiscono il valore metaforico, ma non per questo inoffensivo, sotteso all’immagine della spada qui usata da Gesù. È, poi, suggestiva la raffigurazione del Cristo che l’Apocalisse dipinge in apertura al libro. In essa si legge che «dalla sua bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio» (1,16), attuazione del detto isaiano secondo il quale «il soffio delle labbra (del re Messia) ucciderà l’empio» (11,4), cancellando il Male. Ed è per questo che nell’armatura simbolica del cristiano descritta da Paolo nella Lettera agli Efesini (6,11-17) c’è anche «la spada dello Spirito, che è la parola di Dio» (6,17).



giovedì 27 settembre 2012

Sulla bellezza.....

E' accaduta una cosa sola: uno scambio di obiettivi:

la sostituzione di una bellezza con un'altra! 

La questione sta tutta quì: qual'è più bello, Shakespeare o gli stivali, Raffaello o il petrolio?
E io dichiaro - gridò con voce stridula Stepan Trofimovic al colmo della frenesia -e io dichiaro che Shakespeare e Raffaello stanno al di sopra dell'affrancamento dei contadini, al di sopra del nazionalismo, al di sopra del socialismo, al di sopra della nuova generazione, al di sopra della chimica, al di sopra di quasi tutto il genere umano, perchè sono già il frutto, il vero frutto di tutto il genere umano, e forse il frutto più sublime che mai si possa avere! Sono una forma di bellezza già raggiunta, senza la quale io, forse, non accetterei neanche di vivere...Oh Signore!.........Gente limitata, cosa vi manca per poter capire? Ma lo sapete che senza gli Inglesi l'umanità può ancora vivere, senza la Germania può vivere, senza i Russi può vivere anche troppo bene, senza la scienza può vivere, senza pane può vivere, ma senza la bellezza no, perchè altrimenti non ci sarebbe nulla da fare al mondo! Tutto il segreto è qui, tutta la soria è qui! La scienza stessa non reggerà neanche un minuto senza la bellezza, lo sapete questo, voi che ridete?

Fedor Dostoevskij, I Demoni, -Grandi tascabili economici Newton- pag 360-361

mercoledì 19 settembre 2012

L'anima semplice



Copio e riporto un pezzo di Vito Mancuso tratto da  Obbedienza e libertà,  - poichè riesce con semplicità a tradurre ciò che sembrerebbe, a me, complicato.    

Ogni essere umano è “corpo”, il quale per il 99% della sua massa è composto da sei elementi atomici: ossigeno, carbonio, idrogeno, azoto, calcio, fosforo; il restante 1% è formato da dodici elementi atomici tra i quali il potassio, lo zolfo, il ferro, il magnesio, il rame….
A questo livello della nostra ontogenesi noi siamo un gas, una pietra, una nuvola, una goccia d’acqua.
I corpi inanimati si fermano qui nella loro evoluzione ontogenetica, nel senso che il totale dell’essere-energia che li costituisce si traduce totalmente nella loro massa corporea. 

Ovvero: Energia Totale – Energia condensata come massa = 0

Per questo si parla di corpi in-animati, perché non avanzano neppure una minima quantità di energia libera che li animi, che dia loro vita.
 Al contrario, quando si è in presenza della vita si assiste ad un fenomeno che si può rappresentare mediante questa semplice equazione: 

Energia totale - Energia condensata come massa = X

Dove l’incognita X designa l’energia libera che consente al corpo di muoversi, di essere vivo.
Questa energia libera, in cui consiste la vita è stata denominata “anima” o anche “soffio vitale”, derivando il termine anima proprio dal greco ànemos, cioè vento, aria, soffio.
In questo senso si può dire che noi abbiamo l’anima, in quanto abbiamo un’eccedenza, un surplus, di energia libera rispetto alla massa corporea, che ci rende vivi, vitali, e l’anima appare proprio come il termine escogitato dalla mente per dire la vita. Siamo cioè animati, viventi.

sabato 17 marzo 2012

Il parassita



L'edera


L'edera vive alle spalle degli alberi che la ospitano, si nutre della linfa vitale che arriva dalla terra e lentamente, ma inesorabilmente, avvolge l'albero sino a soffocarlo.

Il parassita è dovunque e, se non lo vedi, ti distrugge, lentamente ma inesorabilmente.






















La foto in basso a sinistra mostra un albero oppresso su cui c'è stato un intervento dell'uomo, recentemente, come mostrano le foto quì sopra.

Le foto in alto mostrano invece un albero che anni fa era in queste condizioni e, dopo un intervento simile, è rinato ed ogni anno fiorisce come la natura ha previsto per esso.

Nella foto in alto a sinistra si vede l'edera morta di colore marrone e l'edera nuova di colore verde che sta ricominciando il suo soffocante attacco.

Forse ogni essere umanao è un po' parassita e un po' sostenitore.
E' compito di ognuno il ri-conoscerli per non rischiare di soffocare o di essere soffocati.


Seguirò il susseguirsi di questa vicenda, che sarà molto lenta, e spero si concluda con una ri-nascita.

Questo albero è stato abbattuto: il mio intervento è arrivato tardi.....




domenica 4 marzo 2012

Un po' di sesso.....



Benchè si assista alla caduta dei tabù sessuali ed alla diminizione della repressione, mai la sessualità è stata tanto in crisi.
Questo fatto è dovuto all'immensa confusione legata all'apparizione del femminismo, che è altrettanto assurdo quanto il maschilismo. Si è sostituita una nevrosi con un'altra.
Se una donna potesse ubbidire ai suoi impulsi più profondi, forse scoprirebbe che il suo sentimento verso la virilità maschile è una forza misteriosa, potente, capace di contenerla nella totalità e di convertirla in energia sessuale.
Al contrario, l'ideologia femminista la trasforma in un essere senza dolcezza che mina, castra ed abbatte la meravigliosa forza della virilità.
Se l'uomo, da parte sua, potesse liberarsi dalla paura che produce in lui l'immagine femminile negativa, potrebbe donarsi interamente a questo seno meraviglioso ed affascinante, a questa forza primitiva ed infinitamente dolce dell'eros femminile e penetrare in essa con una vitalità trionfante.
E' necessario rinascere.
E' necessario ritrovare il senso del sacro della sessualità, cioè l'emozione primitiva, dolce e terribile della connessione.
La desacralizzazione del sesso è l'espressione della dissociazione affettivo-sessuale.
Essa rappresenta una evoluzione nevrotica.
Il sesso non è un atto puerile, ma è celebrazione e partecipazione ad una fusione misteriosa, la cui natura trascende il mondo della conoscenza.
Il magnetismo sessuale, ricco di significati, è prossimo all'allucinazione ed è legato agli stati mistici, dell'estasi ed alla poesia.
(Rolando Toro - Sessualità-Sacralizzazione dell'amore)


.........Le docce ed i profumi hanno contribuito ad impoverire la vita sessuale ed il grado di piacere che si prova a contatto col corpo di un altro: le relazioni oggi sono molto igieniche, ma poco passionali.
Molti, per paura del contatto, fanno l’amore con videocassette erotiche.
Basta fare l’amore una sola volta con un cosiddetto “primitivo”, per avere la percezione certa che il sesso in occidente è in agonia, forse già morto.
Il piacere erotico è scemato e non ce ne siamo neanche accorti.
(Vittorino Andreoli - Capire il dolore)

giovedì 1 marzo 2012

I nostri gesti si organizzano.....



...."I nostri gesti si organizzano come espressioni di vita, e non come mezzi per raggiungere fini esterni, politici o socioeconomici.
Essi (i gesti) si organizzano per creare più vita all'interno della vita.
Se le situazioni sociali e culturali sono avverse, possono essere cambiate
non con l'aiuto di ideologie e di azioni politiche, ma ristabilendo ad ogni istante, nella nostra esistenza,
le condizioni perchè sia protetta (la vita).".....

(Rolando Toro - tratto dal libro Biodanza, pag. 49 Principio biocentrico)

Ho spesso la necessità di ritornare alle parole di Rolando per non perdere il contatto con il nucleo creatore del sistema Biodanza.
A volte ho l'impressione che queste poche e semplici parole non siano state lette o, quanto meno, comprese da coloro che, come me e compreso me, cercano di portare nel mondo la Biodanza - metodo Rolando Toro.
Ideologie ed azioni politiche non sono indicate da Rolando come soluzioni alle avversità. La sua proposta è molto più grande.
Mi piace e mi sostiene.

sabato 18 febbraio 2012

NON PIANGERE, TI PREGO. NON STA BENE.

"Miei appunti presi quà e là, da qualche lettura, mescolati con pensieri che affiorano ogni tanto da dentro me".


Piangere non è un segno di dolore, ma l'opportunità per liberarsene.
Quando arrivano le lacrime liberatrici, si sciolgono come manifestazione fisica.
Le lacrime sono liberatorie, sono capaci di spostare macigni dal cuore e renderlo ancora pieno di fiducia e con la voglia di battere e di vivere.

Andiamo nelle Università ad alimentare idee e pensieri, tralasciamo di frequentare ambienti e gruppi dove ci sia possibile emettere il grido primario delle nostre emozioni bloccate.

Agli uomini non viene insegnato a piangere quando sono piccoli.
Ma, non piangere, è impossibile ,per cui hanno imparato a piangere dentro di sé, a non lasciare uscire le lacrime.
Le lacrime così vanno in dentro, si riuniscono nel loro cuore, che per poterle trattenere tutte si ingrossa sempre di più .
Ma un giorno non ce la fa più e scoppia.
Le lacrime che ha trattenuto vengono così liberate e sparse addosso a coloro che sono stati vicini, che piangeranno le loro lacrime per un cuore spezzato.
PIANGERE RINFORZA IL CUORE DEGLI UOMINI.

Questo insegnamento a non piangere è un impedimento a vivere come esseri umani unificati ed integrati, una svalutazione della saggezza delle reazioni totali del nostro organismo.
Non è facile riacquisire questa unità, dopo decenni di vita dicotomizzata.

Col termine "guarigione" viene inteso un vero e proprio processo di disintossicazione; l'espressione delle emozioni accumulate e trattenute nell'organismo, attraverso il pianto, il riso, l'urlo, il tremito, è il modo più diretto ed efficace per azzerare un conto in sospeso da molto tempo.

Pert Candace (Molecole di emozioni): "Tutte le emozioni sincere ed autentiche sono sane e positive, poichè tengono uniti il corpo e la mente. Ira, paura, tristezza sono altrettanto sane quanto serenità, coraggio, gioia. La salute non è solo avere pensieri felici.
Uno scatto d'ira o un urlo può essere l'impulso più potente verso la guarigione, poichè sbloccano emozioni represse. E' importante che ciò avvenga."


Se dal tuo occhio scende una lacrima, non asciugarla. Lascia fare al vento.

sabato 11 febbraio 2012

CIAO, COME STAI?

Ciao, come stai?

Chi non ha avuto almeno una volta il desiderio di trovarsi al buio, in totale e assoluto silenzio e sentire una voce, calda e dolce, dire: "Ciao, come stai?"

Quanto buio e silenzio ci siamo fatti portar via dalla fretta, dalla
necessità di far presto e bene.

Anni fa (cominciano tutte così le storie raccontate dai vecchi) uscendo dalla A4 al casello di Trezzo o Capriate, spesso di notte, ci si fermava a "pagare" il pedaggio ed il casellante (lo chiamavamo così), non protetto dagli sbarramenti antismog ed antiuomo moderni, ci salutava spesso con un "Ciao, come stai?".
Con casellanti un po' più amici, ci si fermava addirittura dentro al casello, e si trascorreva del tempo insieme, raccontandoci, spesso solo di calcio, ma raccontandoci.

Poi dal panettiere nel forno a mangiare panini appena sfornati conditi con olio e sale, si trascorreva del tempo insieme raccontandoci.

Molti clienti venivano a pagare l'assicurazione e si faceva una chiacchierata, si andava a prendere un caffè e ci si raccontava.

Molto del tempo del lavoro si mischiava col tempo personale creando confusione.
Il tempo è prezioso e rendere più efficienti le interconnessioni relative a cose di lavoro in modo veloce ed automatico è stato un passo in avanti, per liberare quel tempo da dedicare a ciò che ognuno più desidera.

Ed è stato liberato tempo da dedicare a ciò che ognuno più desidera.
Ho spesso l'impressione che non venga usato, questo tempo.
Forse occorre trovare lo spazio, dove inserire il tempo per un:
"Ciao, come stai?"

Ho smesso di fumare venti anni fa; se incontrassi un tabaccaio che, anzichè propormi qualche "Gratta e vinci(cosa?)" mi dicesse: "Ciao, come stai?" ricomincierei a fumare.

sabato 4 febbraio 2012

L'ORIZZONTE

Caro Marco, mi decido a mandarti questa poesiola di cui ti ho sempre parlato e che conservo da più di dieci anni. E' uno sforzo grande, per me.


L’ORIZZONTE



Vedo fontane di ghiaccio,
immobili.

Vedo ronde di anime,
assetate.

Vedo cuori solitari,
in aridi deserti quotidiani.

Vedo, lontano:

l’Amore che scioglie;

anime che si dissetano;

cuori che cantano in coro.

giovedì 2 febbraio 2012

Si può aver paura della neve?



E' come aver paura di un fiore mentre sboccia o di un bambino che sorride.

Oggi tutti sono venditori, di qualcosa; vendere è tutto e il compito principale di un
venditore è, logicamente, trovare un compratore.
Ieri esistevano i compratori, che a seconda delle proprie esigenze, cercavano un venditore da cui
servirsi; e così il loro bisogno era soddisfatto.

I più forti sono i venditori di notizie (li definiscono giornalisti) perchè vendono la paura, il terrore.
Allarme, Allerta e Attenzione sono gli strumenti contenuti nella valigetta fornita loro dal datore di lavoro che li paga:
-Allarme: è prevista una nevicata....arriva la pioggia, la nebbia, il sole, l'umidità, il caldo, il freddo......la neve ha ucciso 10 persone, il ghiaccio anche, il caldo ha.......
-Attenzione arriva il freddo dalla Siberia, dove ha gia ucciso sessanta persone.....

Difficile immaginare la neve o la nebbia o il gelo che, armati fino ai denti, riescano ad uccidere delle persone.
Facile immaginare gli uomini che, nonostante la neve, la nebbia, il gelo, il caldo, pretendono di fare sempre le stesse cose, alla stessa velocità, con la stessa modalità.
E così muoiono......
Non li ha uccisi alcuna condizione atmosferica, forse la fretta, la cecità.....
Accade che la natura provochi tragicamente e repentinamente la morte di molte persone;
accadono, purtroppo, disgrazie imprevedibili dalle quali è difficile difendersi, anche se
non impossibile, ma appartengono ad un'altra categoria.

Forse stiamo vivendo al contrario.
Due esempi:
-non si può andare oltre i 130 Km/h e fabbrichiamo e vendiamo macchine che vanno a 300 m/h;
-indossiamo scarpe con le punte davanti, mentre i piedi sono larghi davanti e stretti dietro.

Ho visto un film dove Sean Connery metteva i calzini alla rovescia; le cuciture all'esterno
non fanno male ai piedi, spiegava. Così anche le mutande
Quanta ragione; non si finisce mai di imparare.

C'è crisi, c'è crisi......

mercoledì 25 gennaio 2012

TI VOGLIO BENE

Quante volte è successo che qualcuno dica o scriva: "ti voglio bene"?

Se qualcuno vuole veramente il bene di qualcun altro, è abbastanza che glielo dica?

A me lo hanno detto molte volte, ma non ho sentito niente.
Altre volte un'azione verso di me ha generato uno stato di benessere.

Mi chiedo spesso: il bene si fa o si dice?

E' più semplice dirlo.
Ha effetto farlo.


venerdì 20 gennaio 2012

Riflessioni di un gemello

Il successo ed il succedere


Succedere: subentrare, venire dopo, seguire.

Il succedere è legato al continuum; nel camminare un piede succede all’altro, lo
sostituisce permettendo di proseguire un percorso, di arrivare da qualche parte; contiene la
vita-lità, in esso c’è movimento, c’è il piacere di inseguire ciò che si preferisce, e la
libertà di crearsi il percorso adatto a raggiungere ciò che lo procura.

Successo: sostantivo, participio passato di succedere.

Il successo è "passato" e gli appartiene; è quindi fermo. E’ un animale morto.

Inseguire il successo è come camminare all’indietro per arrivare a quel punto fermo, sul
quale immobilizzarsi, un punto che dia sicurezze e certezze e dal quale cercare di mantenerle.
Per far ciò, il successo, deve potere immobilizzare tutto ciò che vive intorno; niente si
muova che possa scombinarlo, il piacere (soprattutto) è pericoloso, lo stare immobili è molto più sicuro per il suo mantenimento.

Ciò che è “successo” appartiene al passato, è uscito dal “succedere”, non ha possibilità di
cambiare, non cammina più, è morto.
Come è possibile d'altronde modificare ciò che è passato?
Ciò che resta vivo, che rappresenta il vivere, è tutto quello che segue, che subentra al passato,
è il presente che, solo, può portare nel futuro.
Non sorprende la spasmodica ricerca di successo, di visibilità, di apparire ad ogni costo
che caratterizza la civiltà dell’Occidente, dove il sole tramonta, è cadente.
Questa civiltà sembra cerchi qualcosa che non esiste più: appunto un qualcosa che è già “successo”.

Sto da un po’ riflettendo su questo tema e mi convinco sempre più che è giusto che ognuno nella vita scelga il proprio piacere:

Succedere = vivere
o
Successo = morire

mercoledì 18 gennaio 2012

Nato sotto il segno dei Gemelli

Sono nato il 20 giugno quando il Sole era nel segno dei Gemelli.
Oltre a ciò, ho altre caratteristiche legate agli altri segni zodiacali che mi compongono, ascendente e altri particolari che non sfuggono a chi capisce di astrologia.
Questo fatto determina che, ogniqualvolta mi si chiede: "di che segno sei?", la risposta che mi arriva è sempre e da sempre uguale: ah! Doppia personalità!!
Non voglio prendermela con che mi dice questo, ma vorrei difendere tutte le altre che contengo e che conosco, oltre a quelle che ancora non conosco, senza squalificarne alcuna.
Sono anche molto orgoglioso di possederne molte, cosicchè non ho modo di annoiarmi mai; le discussioni in casa mia non sono mai finite e questo per me è un vero piacere. Pensare è uno dei miei diletti preferiti, come dormire, mangiare biscotti e budini, fare l'amore, e far niente.
Per cui i miei pensieri hanno modo di essere discussi e combattuti prima che vadano all'esterno a confrontarsi con altri cercando accordi.
Mi spiace che alcuni abbiano a che fare con una sola personalità, non riesco ad immaginare con quanta noia ha riservato per loro la vita, ma ognuno mangia nel piatto che ha in tavola.
Per chi avesse desiderio di comprendere di più, consiglio un bellissimo libro: "La casa delle anime" che parla di una storia di due persone con Personalità Multiple Dissociate, che tanto mi ha arricchito e aiutato a comprendere ed accettare più di prima ogni essere umano con cui ho il piacere di trascorrere del tempo.

Con affetto.



lunedì 16 gennaio 2012

Perchè continuare a fare Biodanza

Da tempo e incessantemente mi chiedo:
perchè ho fatto Biodanza? Perchè faccio Biodanza?
Soprattutto, perchè farò sempre Biodanza, o dentro o fuori dal contesto istituzionale della
Biodanza?

La risposta a queste domande non mi è semplice e credo possa essere sconosciuta e
complicata.

Trovo conforto e sostegno nelle fonti originarie, in ciò che arriva direttamente da Rolando
Toro.
Il carburante più adatto, più potente a spingere il mio motore, si trova nel capitolo
"LA BIODANZA - Le Origini" pag 21:

"La base concettuale della Biodanza proviene da una meditazione sulla vita; dal desiderio di rinascere dai nostri gesti spezzati, dalla nostra vuota e sterile struttura di repressione; essa proviene con certezza dalla nostalgia d'amore..."
più avanti continua ".....La Biodanza è dunque un'aperta trasgressione dei valori culturali contemporanei, dei dettami di alienazione della società dei consumi e delle ideologie totalitarie. Essa si propone di restaurare nell'essere umano il vincolo originario con la specie come totalità biologica, e con l'universo come totalità cosmica."

Può sembrare poco, ma le parole "amore" e "trasgressione" hanno su di me un fascino
particolare, ho come l'impressione che siano la stessa cosa.

Questa è la prima risposta alle mie domande, poi troverò la seconda, la terza e chissà....

Ciao, Marco

venerdì 13 gennaio 2012

Una passeggiata con Maiakosvki



Pubblico volentieri, come inizio, questo poema di Eduardo Alvez Costa, che molto mi aveva colpito durante la formazione in Biodanza.

In Biodanza si impara a relazionarsi in feedback. (Poi ci si disabitua velocemente.....)

Quando si riceve amore, si ricambia con amore.
Quando si riceve violenza, si ricambia con aggressione.



"Nella prima notte,
loro si avvicinano
e prendono un fiore
e non diciamo nulla.
Nella seconda notte
già non si nascondono:
pestano i fiori,
uccidono il nostro cane
e non diciamo nulla.

Finchè un giorno,
il più fragile di loro
entra da solo nella nostra casa,
ci ruba la luna
e, conoscendo la nostra paura,
ci strappa la voce della gola.
E, poichè non abbiamo detto nulla,
ora non possiamo dire nulla."





battesimo

Oggi si apre il mio blog: ilricciodanzante e questo è lo scritto battesimale.