sabato 18 febbraio 2012

NON PIANGERE, TI PREGO. NON STA BENE.

"Miei appunti presi quà e là, da qualche lettura, mescolati con pensieri che affiorano ogni tanto da dentro me".


Piangere non è un segno di dolore, ma l'opportunità per liberarsene.
Quando arrivano le lacrime liberatrici, si sciolgono come manifestazione fisica.
Le lacrime sono liberatorie, sono capaci di spostare macigni dal cuore e renderlo ancora pieno di fiducia e con la voglia di battere e di vivere.

Andiamo nelle Università ad alimentare idee e pensieri, tralasciamo di frequentare ambienti e gruppi dove ci sia possibile emettere il grido primario delle nostre emozioni bloccate.

Agli uomini non viene insegnato a piangere quando sono piccoli.
Ma, non piangere, è impossibile ,per cui hanno imparato a piangere dentro di sé, a non lasciare uscire le lacrime.
Le lacrime così vanno in dentro, si riuniscono nel loro cuore, che per poterle trattenere tutte si ingrossa sempre di più .
Ma un giorno non ce la fa più e scoppia.
Le lacrime che ha trattenuto vengono così liberate e sparse addosso a coloro che sono stati vicini, che piangeranno le loro lacrime per un cuore spezzato.
PIANGERE RINFORZA IL CUORE DEGLI UOMINI.

Questo insegnamento a non piangere è un impedimento a vivere come esseri umani unificati ed integrati, una svalutazione della saggezza delle reazioni totali del nostro organismo.
Non è facile riacquisire questa unità, dopo decenni di vita dicotomizzata.

Col termine "guarigione" viene inteso un vero e proprio processo di disintossicazione; l'espressione delle emozioni accumulate e trattenute nell'organismo, attraverso il pianto, il riso, l'urlo, il tremito, è il modo più diretto ed efficace per azzerare un conto in sospeso da molto tempo.

Pert Candace (Molecole di emozioni): "Tutte le emozioni sincere ed autentiche sono sane e positive, poichè tengono uniti il corpo e la mente. Ira, paura, tristezza sono altrettanto sane quanto serenità, coraggio, gioia. La salute non è solo avere pensieri felici.
Uno scatto d'ira o un urlo può essere l'impulso più potente verso la guarigione, poichè sbloccano emozioni represse. E' importante che ciò avvenga."


Se dal tuo occhio scende una lacrima, non asciugarla. Lascia fare al vento.

sabato 11 febbraio 2012

CIAO, COME STAI?

Ciao, come stai?

Chi non ha avuto almeno una volta il desiderio di trovarsi al buio, in totale e assoluto silenzio e sentire una voce, calda e dolce, dire: "Ciao, come stai?"

Quanto buio e silenzio ci siamo fatti portar via dalla fretta, dalla
necessità di far presto e bene.

Anni fa (cominciano tutte così le storie raccontate dai vecchi) uscendo dalla A4 al casello di Trezzo o Capriate, spesso di notte, ci si fermava a "pagare" il pedaggio ed il casellante (lo chiamavamo così), non protetto dagli sbarramenti antismog ed antiuomo moderni, ci salutava spesso con un "Ciao, come stai?".
Con casellanti un po' più amici, ci si fermava addirittura dentro al casello, e si trascorreva del tempo insieme, raccontandoci, spesso solo di calcio, ma raccontandoci.

Poi dal panettiere nel forno a mangiare panini appena sfornati conditi con olio e sale, si trascorreva del tempo insieme raccontandoci.

Molti clienti venivano a pagare l'assicurazione e si faceva una chiacchierata, si andava a prendere un caffè e ci si raccontava.

Molto del tempo del lavoro si mischiava col tempo personale creando confusione.
Il tempo è prezioso e rendere più efficienti le interconnessioni relative a cose di lavoro in modo veloce ed automatico è stato un passo in avanti, per liberare quel tempo da dedicare a ciò che ognuno più desidera.

Ed è stato liberato tempo da dedicare a ciò che ognuno più desidera.
Ho spesso l'impressione che non venga usato, questo tempo.
Forse occorre trovare lo spazio, dove inserire il tempo per un:
"Ciao, come stai?"

Ho smesso di fumare venti anni fa; se incontrassi un tabaccaio che, anzichè propormi qualche "Gratta e vinci(cosa?)" mi dicesse: "Ciao, come stai?" ricomincierei a fumare.

sabato 4 febbraio 2012

L'ORIZZONTE

Caro Marco, mi decido a mandarti questa poesiola di cui ti ho sempre parlato e che conservo da più di dieci anni. E' uno sforzo grande, per me.


L’ORIZZONTE



Vedo fontane di ghiaccio,
immobili.

Vedo ronde di anime,
assetate.

Vedo cuori solitari,
in aridi deserti quotidiani.

Vedo, lontano:

l’Amore che scioglie;

anime che si dissetano;

cuori che cantano in coro.

giovedì 2 febbraio 2012

Si può aver paura della neve?



E' come aver paura di un fiore mentre sboccia o di un bambino che sorride.

Oggi tutti sono venditori, di qualcosa; vendere è tutto e il compito principale di un
venditore è, logicamente, trovare un compratore.
Ieri esistevano i compratori, che a seconda delle proprie esigenze, cercavano un venditore da cui
servirsi; e così il loro bisogno era soddisfatto.

I più forti sono i venditori di notizie (li definiscono giornalisti) perchè vendono la paura, il terrore.
Allarme, Allerta e Attenzione sono gli strumenti contenuti nella valigetta fornita loro dal datore di lavoro che li paga:
-Allarme: è prevista una nevicata....arriva la pioggia, la nebbia, il sole, l'umidità, il caldo, il freddo......la neve ha ucciso 10 persone, il ghiaccio anche, il caldo ha.......
-Attenzione arriva il freddo dalla Siberia, dove ha gia ucciso sessanta persone.....

Difficile immaginare la neve o la nebbia o il gelo che, armati fino ai denti, riescano ad uccidere delle persone.
Facile immaginare gli uomini che, nonostante la neve, la nebbia, il gelo, il caldo, pretendono di fare sempre le stesse cose, alla stessa velocità, con la stessa modalità.
E così muoiono......
Non li ha uccisi alcuna condizione atmosferica, forse la fretta, la cecità.....
Accade che la natura provochi tragicamente e repentinamente la morte di molte persone;
accadono, purtroppo, disgrazie imprevedibili dalle quali è difficile difendersi, anche se
non impossibile, ma appartengono ad un'altra categoria.

Forse stiamo vivendo al contrario.
Due esempi:
-non si può andare oltre i 130 Km/h e fabbrichiamo e vendiamo macchine che vanno a 300 m/h;
-indossiamo scarpe con le punte davanti, mentre i piedi sono larghi davanti e stretti dietro.

Ho visto un film dove Sean Connery metteva i calzini alla rovescia; le cuciture all'esterno
non fanno male ai piedi, spiegava. Così anche le mutande
Quanta ragione; non si finisce mai di imparare.

C'è crisi, c'è crisi......