Riflessioni di un gemello
Il successo ed il succedere
Succedere: subentrare, venire dopo, seguire.
Il succedere è legato al continuum; nel camminare un piede succede all’altro, lo
sostituisce permettendo di proseguire un percorso, di arrivare da qualche parte; contiene la
vita-lità, in esso c’è movimento, c’è il piacere di inseguire ciò che si preferisce, e la
libertà di crearsi il percorso adatto a raggiungere ciò che lo procura.
Successo: sostantivo, participio passato di succedere.
Il successo è "passato" e gli appartiene; è quindi fermo. E’ un animale morto.
Inseguire il successo è come camminare all’indietro per arrivare a quel punto fermo, sul
quale immobilizzarsi, un punto che dia sicurezze e certezze e dal quale cercare di mantenerle.
Per far ciò, il successo, deve potere immobilizzare tutto ciò che
vive intorno; niente si
muova che possa scombinarlo, il piacere (soprattutto) è pericoloso, lo stare immobili è molto più sicuro per il suo mantenimento.
Ciò che è “successo” appartiene al passato, è uscito dal “succedere”, non ha possibilità di
cambiare, non cammina più, è morto.
Come è possibile d'altronde modificare ciò che è
passato?
Ciò che resta vivo, che rappresenta il vivere, è tutto quello che segue, che subentra al passato,
è il presente che, solo, può portare nel futuro.
Non sorprende la spasmodica ricerca di successo, di visibilità, di apparire ad ogni costo
che caratterizza la civiltà dell’Occidente, dove il sole
tramonta, è cadente.
Questa civiltà sembra cerchi qualcosa che non esiste più: appunto un qualcosa che è già “successo”.
Sto da un po’ riflettendo su questo tema e mi convinco sempre più che è giusto che ognuno nella vita scelga il proprio piacere:
Succedere = vivere
o
Successo = morire