sabato 28 dicembre 2013

Natale 2013

Ciao Marco,
scrivo a te, non saprei a chi altro scrivere, di cose semplici, che nessuno più ascolta; o così mi piace pensare.
"La mattina di Natale sono andato al Fiume ed ho scattato qualche fotografia con la piena e con un po' di pioggerella; non c'era gente in giro ed il tempo non invitava a starci, così decido di andare a casa a scaricare le foto e sistemarle un po'.
Nel passare davanti alla chiesa, ho pensato che un giretto avrei potuto anche farlo per salutare e rendere omaggio al Bambino ri-nato in questo giorno in tutti noi; così ho girato indietro e sono andato a posteggiare vicino al cimitero pensando di andare anche a salutare chi non più rinasce.
Non pioveva più ed ho scelto di andare prima in chiesa, così sono entrato dalla porta centale posteriore.
Ho compreso subito che era già in corso la S. Messa di Natale, così mi sono accomodato in una sedia laterale, vicino al muro, in modo da potermene uscire in sordina appena terminata la mia visita.
Da questa posizione non vedevo l'altare e non potevo salutare e omaggiare Gesù rinato, cosicchè sono andato a sistemarmi proprio nel centro della navata centrale, all'ultimo posto in fondo alla chiesa.
Sono stato coinvolto in quello che stava succedendo e, senza alcun pensiero a distrarmi, ho partecipato come non mi era mai successo, come un bambino che per la prima volta entrava in una Messa;
guardavo dappertutto e mi meravigliavo di tutto.
Mi sono accorto ad un certo punto che stavo cantando contento una canzone che da bambino si cantava sempre a Natale in chiesa e me la ricordavo pur se erano trascorsi almeno 45 anni dall'ultima volta che l'avevo cantata: "Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor, etc.".
L'officiante era il prete nuovo dell'Oratorio e la messa era seguita prevalentemente dai ragazzi giovani oratoriani. Mi è piaciuto per come ha raccontato il Presepe, semplicemente, al presente.
Con esempi concreti sulle persone del paese e le loro case.
Ad un certo punto ha chiesto di inginocchiarci e chiedere qualcosa a Gesù; io non avevo la panca davanti e sono rimasto in piedi, ma stavo male, così sono andato avanti qualche metro ad inginocchiarmi su una panca e sono stato bene.
Poi ha chiesto a tutti di prendersi per mano e recitare il Padre Nostro, ha invitato le persone ad uscire dai banchi ed unirsi al centro della navata centrale della chiesa.
Io ho preso per mano due persone che si erano sedute vicino, dopo un piccolo contatto di assenso con gli occhi ed ho pregato il Padre Nostro assieme a tutti.
Un'esperienza bellissima. Non mi vengono parole per descriverla, mi sentivo un bambino, bello e candido.
Al termine della Messa il prete ha annunciato che all'uscita avremmo trovato un regalo preparato dai ragazzi dell'oratorio per tutti, di portarlo a casa e di usarlo.
Ho preso il mio regalo, una candela ed un sottocandela a forma di stella; sulla candela questa scritta: "Veniva nel mondo la luce vera...è Gesù!"
Sono uscito dalla chiesa e pioveva, sono andato alla macchina sotto l'acqua e poi a casa, ho posato il mio dono e sono andato a festeggiare il Natale.
Il pomeriggio sono tornato ed ho guardato la mia candela, l'ho accesa, l'ho posata sulla stella ed ho deciso che rimarrà sempre accesa.
Nella mia casa dove, un po' di giorni prima, era entrato il prete dell'oratorio per la benedizione di Natale; era la prima volta che lasciavo entrare la benedizione in casa mia e questo prete mi aveva fatto
una bellissima impressione.
Ora ho terminato, la mia candela è sempre accesa, il mio cuore batte ancora e mi auguro che si scaldi con il fuoco del regalo di Gesù.

Riccio, 25 Dicembre 2013

Nessun commento:

Posta un commento